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La divisione giudiziale è un procedimento mediante il quale si giunge a dividere i beni che, per un motivo o per un altro, risultano ancora in una situazione di comunione tra più persone. Scopriamo di più.
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È consentito vendere la quota ereditaria a terzi estranei alla successione, ma il coerede ha diritto di prelazione nell'acquisto, come previsto per legge, garantendogli priorità nell'acquisto a parità di condizioni.
L’art. 189 c.c. stabilisce che i creditori particolari di uno dei coniugi possono soddisfarsi in via sussidiaria sui beni della comunione, fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato.
Il mandato è regolato dagli articoli 1703 e seguenti del Codice Civile, che lo descrivono come il contratto mediante il quale una parte si impegna ad eseguire uno o più atti giuridici per conto di un'altra.
Cosa accade se un bene in comunione viene espropriato dai creditori personali di un comproprietario? Le risposte sono diverse a seconda che si tratti di comunione ordinaria o comunione legale tra coniugi.
Una volta accertata in giudizio l'esistenza di opere realizzate da uno degli eredi su uno degli immobili oggetto della comunione ereditaria, nonché il presumibile costo delle stesse, il giudice deve riconoscere il rimborso delle spese sostenute.
L’art. 720 del codice civile, in materia di divisione ereditaria, disciplina le ipotesi di non comoda divisibilità dei beni immobili ma si ritiene che la disposizione si applichi anche ai beni mobili e alle aziende.
L’art. 15 della "legge assegni" dispone che la facoltà generale di obbligarsi in nome e per conto altrui comprende anche quella di emettere e girare assegni, salvo che l'atto di rappresentanza disponga diversamente.
Tra gli atti interruttivi della prescrizione vi sono le domande e le azioni giudiziarie dirette all’accertamento della proprietà, nonchè azioni come la domanda di divisione ereditaria
Si può distinguere una surroga "volontaria", cioè rimessa alla decisione del creditore o del debitore, e una surroga "legale" che opera in particolari casi previsti dalla legge. Scopriamo di più sulla surrogazione.
L’espropriazione dei beni in comunione legale da parte dei creditori di uno solo dei coniugi deve essere fatta in via sussidiaria, cioè soltanto laddove non via siano altri beni del debitore, sufficienti al soddisfacimento del creditore.
In tema di acquisti, di cui alla lettera a) dell’art.177 c.c., ci si chiede se in essi possano farsi rientrare anche gli immobili oggetto di preliminare di compravendita stipulato da un coniuge in costanza di matrimonio.
E’ possibile che un bene venga usucapito da uno dei coniugi ed entri a far parte della comunione legale, dunque venga cointestato? In caso affermativo se i coniugi successivamente si separano il bene usucapito deve essere diviso tra i coniugi?
Il nostro ordinamento consente a chi si trova nell’impossibilità di compiere uno o più atti giuridici, perché privo della capacità d’agire o momentaneamente impedito, di avvalersi di un rappresentante.
Con l’entrata in vigore della l. n.6/2004 è stata introdotta la figura dell'amministratore di sostegno, che è andata ad affiancarsi agli istituti già previsti dal codice civile dell'inabilitazione e interdizione.
In assenza di comunione materiale e spirituale tra i coniugi prima della separazione viene meno l'obbligo assistenziale di versare l'assegno di mantenimento al coniuge più debole, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione
L’anatocismo bancario, ovvero la produzione di interessi su interessi, ha da sempre costituito oggetto di dibattito dottrinale e giurisprudenziale, nonché di contenzioso legale tra le banche e i clienti
L'art. 1117-bis del codice civile estende le disposizioni in materia condominiale a tutti i casi in cui più unità immobiliari o più edifici ovvero più condominii di edifici abbiano parti in comune