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Oltre all’IMU dell'anno in corso, gli eredi - in proporzione alla quota ereditaria che spetta a ognuno di loro - sono tenuti a pagare anche eventuali arretrati se non saldati dal proprietario deceduto.
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La successione ereditaria si apre alla morte del "de cuius" nel suo ultimo domicilio e trasferisce i suoi beni e diritti ai successori. Questi possono diventare eredi a titolo universale o ricevere un legato specifico tramite testamento.
Nel caso in cui, entro tre mesi dall’apertura della successione, il chiamato nel possesso dei beni ereditari non abbia redatto l'inventario dei beni, non potrà più rinunziare all'eredità. Scopriamo perchè.
È consentito vendere la quota ereditaria a terzi estranei alla successione, ma il coerede ha diritto di prelazione nell'acquisto, come previsto per legge, garantendogli priorità nell'acquisto a parità di condizioni.
Il ricorso presentato dai chiamati all'eredità avverso una cartella esattoriale, relativa a debiti del de cuius, può comportare accettazione tacita dell’eredità, come ha rilevato la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23989/2020.
A differenza dell’accettazione di eredità, che non è revocabile, la rinunzia all’eredità lo è, purché la revoca avvenga entro 10 anni dall’apertura della successione.
Nel caso di accettazione dell'eredità nell’interesse dei minori, il codice civile prevede che essa dispieghi automaticamente gli effetti dell’accettazione con beneficio d’inventario, fino al compimento della maggiore età
La Corte di Cassazione distingue due differenti situazioni in sede di ritiro della notifica della cartella esattoriale del defunto. Il semplice ritiro non comporta accettazione dell’eredità, se non accompagnato da un relativo atto.
Comportano accettazione “tacita” dell’eredità tutti gli atti dispositivi del patrimonio del defunto, attraverso i quali l’erede dimostri la volontà di accettare; in tal caso, il consenso all’accettazione è desumibile dal comportamento univoco dell’erede.
In base all’art. 481 c.c. chiunque vi abbia interesse può ricorrere all’autorità giudiziaria, chiedendo di fissare un termine per gli eredi, entro il quale essi devono dichiarare se accettare o rinunziare.
La successione mortis causa è un evento che comporta spesso la necessità di risolvere intricate questioni legali, collegate al patrimonio del defunto, di cui, molte volte, gli eredi non sono a conoscenza.
L’accettazione con beneficio d’inventario, o accettazione “beneficiata”, è una particolare fattispecie giuridica che consente, a chi la sceglie, di tenere distinto il proprio patrimonio da quello del de cuius.
L’ultimo comma dell’art. 1326 del Codice Civile stabilisce che un’accettazione non conforme alla proposta equivale a nuova proposta, facendo riferimento all'ipotesi delle trattative precontrattuali.
La donazione è un contratto che prevede lo spirito di liberalità, l'arricchimento del donatario e il conseguente impoverimento del donante. Per concludersi validamente, inoltre, necessita di esplicita accettazione da parte del beneficiario.
Secondo la Corte di Cassazione la qualità di erede non può desumersi dalla mera chiamata all'eredità, non essendo prevista alcuna presunzione in tal senso ma consegue solo all'accettazione dell'eredità, espressa o tacita.
I creditori ereditari, dopo la pubblicazione dell’invito ad essi rivolto dal notaio ai sensi dell'art. 498 c.c. di precisare il proprio credito, non possono pignorare i beni compresi nell’eredità.
Con il termine“legato”si fa riferimento alla disposizione testamentaria con la quale si attribuiscono uno o più beni determinati (mobili, immobili, crediti) ad uno o più soggetti nominati dal testatore.
A differenza degli atti dispositivi, gli atti “conservativi” del patrimonio, cioè quelli finalizzati a mantenerlo invariato ma anche ad incrementarlo, non comportano automaticamente accettazione dell’eredità.
L’effetto principale dell’accettazione beneficiata è quello di separare i beni del defunto dal patrimonio personale dell’erede, in modo che i creditori del primo possano soddisfarsi solo aggredendo il patrimonio ereditario.
La disposizione testamentaria, nella quale il testatore abbia escluso dei legittimari è nulla e tale nullità può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse ed è rilevabile d’ufficio dal giudice.
Nei casi di trasferimento di immobili –per atto tra vivi o per successione ereditaria– possono sorgere difficoltà a causa della mancanza della continuità delle trascrizioni, disciplinata all’’art. 2650 c.c.
Il nostro codice civile disciplina separatamente due istituti giuridici che presentano molte caratteristiche in comune e che, nella realtà, spesso si sovrappongono: l’appalto e il contratto d’opera
La prima operazione che la società deve compiere è quella di liquidare agli eredi del defunto, che abbiano accettato l’eredità, il valore della quota del defunto; ciò significa che gli eredi divengono creditori della società fino alla liquidazione.