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La successione ereditaria si apre alla morte del "de cuius" nel suo ultimo domicilio e trasferisce i suoi beni e diritti ai successori. Questi possono diventare eredi a titolo universale o ricevere un legato specifico tramite testamento.
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Alla morte di una persona, i successori devono verificare l'esistenza di un testamento per seguire le volontà del defunto. In assenza di testamento, l'eredità si devolve per legge al coniuge, ai figli e ai parenti fino al sesto grado.
Oltre all’IMU dell'anno in corso, gli eredi - in proporzione alla quota ereditaria che spetta a ognuno di loro - sono tenuti a pagare anche eventuali arretrati se non saldati dal proprietario deceduto.
La maggior parte delle decisioni dell'assemblea condominiale sono prese a maggioranza. Questo perché ovviamente richiedere anche per le più velleitarie delle questioni l'unanimità con tutta probabilità congelerebbe il sistema.
Quando una persona muore, i suoi beni costituiscono l'eredità, che deve essere distribuita tra gli eredi in base alle leggi sulla successione legittima o, in caso di testamento, sulla base delle ultime volontà della persona defunta.
Per evitare frammentazioni e mantenere la competitività, il legislatore ha introdotto il "patto di famiglia" con l'art. 2 della Legge 14 febbraio 2006 n. 55 cercando per quanto possibile di evitare tensioni tra gli eredi.
È consentito vendere la quota ereditaria a terzi estranei alla successione, ma il coerede ha diritto di prelazione nell'acquisto, come previsto per legge, garantendogli priorità nell'acquisto a parità di condizioni.
La divisione giudiziale è un procedimento mediante il quale si giunge a dividere i beni che, per un motivo o per un altro, risultano ancora in una situazione di comunione tra più persone. Scopriamo di più.
Il legato è una disposizione testamentaria mediante la quale una persona, il testatore, specifica nell'ambito del suo testamento come vuole che vengano distribuiti determinati beni o somme di denaro dopo la sua morte.
Comportano accettazione “tacita” dell’eredità tutti gli atti dispositivi del patrimonio del defunto, attraverso i quali l’erede dimostri la volontà di accettare; in tal caso, il consenso all’accettazione è desumibile dal comportamento univoco dell’erede.
Il diritto di abitazione non sorge qualora l’immobile sia in comunione tra il coniuge deceduto e un terzo, non essendo in questo caso realizzabile lo scopo di assicurare al coniuge sopravvissuto il godimento pieno del bene oggetto del diritto.
Per quanto riguarda la divisione dei beni, il codice civile prevede l’assegnazione dei beni in natura, sia che si tratti di beni mobili che di beni immobili, con versamento dell’eventuale conguaglio in denaro.
Di recente la Cassazione, con l’ordinanza n. 7862/2021, si è occupata di un caso nel quale, a seguito della morte della loro madre, gli eredi avevano fatto causa al suo convivente, che aveva prelevato adl conto cointestato.
L’atto di approvazione delle tabelle millesimali, al pari di quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale e, pertanto, non deve essere approvato con il consenso unanime dei condomini.
Un caso particolare di usucapione è quello dell’immobile in comproprietà, nel quale solo uno dei comproprietari abbia esercitato il possesso in modo continuato ed ininterrotto durante il ventennio; tipico il caso di immobile pervenuto per successione.
Alla morte di un soggetto si apre la successione ereditaria dei beni del defunto, che verrà devoluta con criteri diversi a seconda che il soggetto abbia o meno disposto delle sue sostanze redigendo un testamento.
Una delle conseguenze derivanti dall’apertura della successione ereditaria è la cosiddetta “collazione” dei beni donati dal soggetto defunto, quando era in vita, ai futuri eredi,
L’accettazione con beneficio d’inventario, o accettazione “beneficiata”, è una particolare fattispecie giuridica che consente, a chi la sceglie, di tenere distinto il proprio patrimonio da quello del de cuius.
Una volta accertata in giudizio l'esistenza di opere realizzate da uno degli eredi su uno degli immobili oggetto della comunione ereditaria, nonché il presumibile costo delle stesse, il giudice deve riconoscere il rimborso delle spese sostenute.
L’art. 720 del codice civile, in materia di divisione ereditaria, disciplina le ipotesi di non comoda divisibilità dei beni immobili ma si ritiene che la disposizione si applichi anche ai beni mobili e alle aziende.
Nel caso in cui, entro tre mesi dall’apertura della successione, il chiamato nel possesso dei beni ereditari non abbia redatto l'inventario dei beni, non potrà più rinunziare all'eredità. Scopriamo perchè.
Il secondo comma dell’art. 540 stabilisce che al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni
Nel caso di accettazione dell'eredità nell’interesse dei minori, il codice civile prevede che essa dispieghi automaticamente gli effetti dell’accettazione con beneficio d’inventario, fino al compimento della maggiore età
Spesso il testatore, nel disporre dei propri beni, ne attribuisce l’usufrutto ad uno o più soggetti e la nuda proprietà ad altri, come di frequente accade nei confronti del coniuge e dei figli.
Con il deposito dell’istanza di apposizione dei sigilli si apre un procedimento non contenzioso, nel quale preliminarmente il giudice dispone la redazione dell’inventario dei beni facenti parte dell’asse ereditario
Secondo la Corte di Cassazione la qualità di erede non può desumersi dalla mera chiamata all'eredità, non essendo prevista alcuna presunzione in tal senso ma consegue solo all'accettazione dell'eredità, espressa o tacita.
L’art. 458 del codice civile sancisce la nullità di ogni convenzione con cui si dispone della propria successione, così come di ogni atto di disposizione o rinunzia a diritti derivanti da una successione ancora non aperta.
A differenza dell’accettazione di eredità, che non è revocabile, la rinunzia all’eredità lo è, purché la revoca avvenga entro 10 anni dall’apertura della successione.
La legge riconosce agli eredi legittimari la possibilità di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti, attraverso l’esperimento della “azione di riduzione”, prevista agli artt. 553 e ss. c.c.
Il trasferimento di ramo d'azienda è configurabile anche in caso di successione nell’appalto di servizi, sempre che si abbia un passaggio di beni di non trascurabile entità, tale da consentire l’esercizio d’impresa.